Ristrutturazione della casa dell’ex e arricchimento senza causa




Il caso,  ricorrente nella pratica, è il seguente.

L’ex convivente richiede la restituzione delle somme dallo stesso versate a favore della ex per la ristrutturazione e l’arredo della di lei abitazione dove per qualche tempo i due avevano convissuto.

Ragioni, quelle dell’ex convivente, che avevano trovato accoglimento nella pronuncia della corte di Appello di Genova che aveva condannato la ex convivente alla restituzione della somma di euro 51.645,69, importo corrispondente a quanto da egli pagato.

La vicenda è poi proseguita in Cassazione.

Con la sentenza 31.8.2018, n. 21479 la S.C., avvallando le argomentazioni svolte dalla Corte di Appello di Genova  ha ribadito la legittimità della pronunciata restituzione delle somme trovando la stessa il proprio fondamento nel conseguente arricchimento senza causa di cui diversamente ne avrebbe beneficiato la ex proprietaria dell’unità immobiliare in caso di sua vendita, tenuto conto del suo incrementato conseguente valore per effetto dei predetti interventi ristrutturativi.

Nè tantomeno si poteva diversamente opinare sostenendosi che tali interventi costituivano espressione di un’obbligazione naturale avendo comportato gli stessi uno sforzo economico considerevole per il solvens(l’ex convivente), “effettuati nel contesto di una vita familiare in comune non connotata da particolare agiatezza e benessere, peraltro protrattasi per un periodo di tempo non lungo, sicchè la dazione appariva “significativa” e, pertanto, estranea agli esborsi necessari alla condivisione della vita quotidiana”.

 






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