Cos’è un affitto breve




Con l’entrata in vigore del D.L. 50/2017 è stato riformato il regime fiscale per gli affitti brevi, individuati quali ” contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”(comma 1, art. 4 del suddetto decreto).

Si pongono quindi al di fuori della previsione altre tipologie di prestazioni, legate a un’attività professionale e non occasionale, quali il servizio di colazione o la messa a disposizione di auto a noleggio.

Qualora si tratti di contratti di durata inferiore a 30 giorni non occorre provvedere alla loro registrazione.

Nel caso però intervengano intermediari, questi sono tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati del locatore, la durata e l’importo del corrispettivo di tutti gli affitti, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui sono occorsi.

Anche per gli affitti brevi è possibile optare per la cedolare secca.

I soggetti che riscuotono i canoni relativi ai contratti di locazione breve devono effettuare una ritenuta del 21% sull’ammontare complessivo dei canoni, ed effettuare i versamenti delle ritenute con il modello F24. Nel caso in cui il beneficiario non opti, in sede di dichiarazione dei redditi, per l’applicazione della cedolare secca, la ritenuta si considera operata a titolo di acconto.


 

       

Discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: