Agente di commercio e agente assicurativo



Una domanda ricorrente è se la prestazione dell’agente di assicurazione si esaurisce, come quella dell’agente di commercio, nella promozione di affari.
Trattandosi di un intermediario, al pari dell’agente di commercio, la risposta tautologica sembrerebbe, come più ovvio, quella affermativa.
Ma non è così.
A differenza dell’agente di commercio, l’agente di assicurazione una volta concluso il contratto, non se ne può disinteressare, ma deve continuare a seguire le vicende del rapporto assicurativo.


L’agente di assicurazione, quindi, “deve svolgere un’attività ulteriore, non meno importante, che da una parte implica spesso un’organizzazione imprenditoriale dotata di una certa struttura, dall’altra un rapporto di particolare fiducia con l’impresa di assicurazione per la delicatezza del servizio” (Cass., 11.07.2001, n. 9386, Mass. Giust.Civ., 2001, 1372).
In sostanza, queste due figure, benché simili, sono, tuttavia, distinte e sono soggette ad una diversa disciplina, in quanto, come chiarisce lo stesso art. 1753 c.c., le disposizioni relative al contratto di agenzia trovano applicazione con riferimento all’agente di assicurazione unicamente laddove esse non sono derogate da norme corporative o dagli usi e, comunque, solo se sono compatibili con la natura dell’attività assicurativa.

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